Il 2 gennaio 2016, dall'iniziativa di un gruppo di studenti piedimontesi e di cittadini interessati, è nato il gruppo Facebook "Recuperiamo Palazzo ducale" che oggi conta circa 3000 membri, e il numero è in costante crescita.

Oggetto dell'iniziativa è stato comprendere le ragioni per cui l'Ente provinciale non ha impegnato, e speso, i fondi "Post sisma" stanziabili in virtù del protocollo d'intesa sottoscritto in data 20.09.2014 in Piedimonte Matese tra la Provincia di Caserta e la Regione Campania.

I fondi provenienti dall'Unione Europea, e quantificati in 2.5 milioni di Euro, avrebbero permesso il consolidamento e un parziale recupero conservativo dell'ala storica del Palazzo Ducale Gaetani d'Aragona, importante struttura culturale e identificativa della città, che si erge nel centro storico di Piedimonte Matese ed in parte proprietà della provincia. .A tal proposito è stata promossa una raccolta firme e presentata una petizione in Provincia. Contestualmente è stato costituto il Comitato civico "Recuperiamo palazzo ducale", il cui presidente è Guglielmo Ferrazzano. L'intenzione è quella di proseguire sul percorso prestabilito stimolando l'Ente provincia di Caserta a riprendere le redini di un progetto arenato e a fornire ai cittadini le spiegazioni dovute.

Ma non solo. Il Comitato ha il compito di portare avanti una campagna di sensibilizzazione e di stimolo volta al recupero di Palazzo Ducale Gaetani D’Aragona in sinergia non le altre associazioni e realtà presenti sul territorio aventi analoghe finalità.

In questa ottica il Comitato ha sposato l’iniziativa del Fondo Ambiente Italiano – I Luoghi del Cuore candidando il sito al censimento 2016. Per raggiungere lo scopo prefissato i membri del Comitato e numerosi volontari stanno raccogliendo le firme necessarie a far sì che il sito si posizioni ai primi posti ed ottenga supporto sia dal Fai che dalle Istituzioni.

 

Una grande campagna di sensibilizzazione, forse la più grande finora vista in città, sta portando all'attenzione di Enti, associazioni e stampa, il degrado di uno dei più importanti luoghi di interesse storico – artistico d’Italia e la volontà, condivisa da tutta la popolazione di Piedimonte e dei paesi limitrofi, di dare nuova vita al Palazzo.